LinkedIn allarga la sua piattaforma di advertising con gli Sponsored Updates, un sistema che permette a tutte le Company Pages di raggiungere gli utenti che non sono followers. Gli annunci potranno essere visti tramite desktop, via mobile e via tablet fermo restando che non saranno invasivi e la maggior parte dei post rimarrà di tipo organico (pubblicati da pagine e utenti che già seguiamo). Questi aggiornamenti compariranno come dei post normali, con l’aggiunta della scritta “Sponsored”, e daranno la possibilità di mettere il like, commentare, condividere e non per ultimo seguire la pagina aziendale (senza lasciare la home).
Attraverso gli Sponsored Updates le aziende mirano a coinvolgere gli utenti con informazioni utili, interessanti e potenzialmente stimolanti così da invogliare l’interazione con il brand o l’azienda. Questo può avvenire in forma di articolo, post di blog, video o tramite una presentazione. Il servizio si basa sulla targhetizzazione naturale degli oltre 225 milioni di utenti, per grado di istruzione, posizione lavorativa, competenze ecc.
Gli Sponsored Updates si basano su un prezzo per CPC (costo per click) o per CPM (costo per impressioni), a disposizione c’è anche un sistema di analisi della campagna per monitorare l’efficacia dei messaggi e l’interazione con gli utenti. Il sistema di testing era partito circa sei mesi fa con aziende del calibro di Nissan, Xerox e Adobe, entro la fine del mese sarà invece disponibile per tutti, oltre 3 milioni di pagine aziendali. Fin da subito sarà disponibile solo per quelle pagine che hanno un rappresentante.
Fra le aziende che hanno già iniziato ad utilizzarle troviamo Samsung, Allstate Insurance, Box , Domo, General Electric, Mercedes-Benz, Wall Street Journal e diverse altre fra le quali HubSpot, che ha visto crescere del 400% i contatti su LinkedIn dopo la loro campagna. Le Sponsored Updates sono da provare data l’alta targhetizzazione professionale di LinkedIn, per le PMI può essere utile fare una confronto con gli annunci pubblicati sulla destra, che per il momento rimangono invariati.
Un esempio di best practice lo trovate nella presentazione sottostante: